sabato 29 settembre 2012

VERTEMATI: COI GIOVANI STUPIREMO TUTTI




«Cosa vorrei che si dicesse di me? Che dico la verità ai giocatori, che sono uno che cerca sempre - a volte anche con le maniere forti - di tirar fuori qualcosa sia dal punto di vista tecnico che da quello caratteriale».
Basterebbe questa istantanea per affrescare in maniera esaustiva la personalità magnetica di Adriano Vertemati. Domenica a Latina l'alba del campionato Dna della Comark, sulla carta accreditata di un posto in seconda fascia dietro Omegna, Torino e Casalpusterlengo: l'allenatore milanese è pronto a cavalcare ancora il progetto Treviglio e, nonostante la riduzione del budget, sprizza fiducia e determinazione. È il coach più giovane (31 anni) delle prime 3 categorie del basket italiano e allena una squadra dall'età media bassissima (sotto i 23 anni) che rispetto alla passata stagione ha cambiato pelle. Una sfida affascinante, anche se dai contorni ancora - inevitabilmente - indefiniti.
Vertemati-Treviglio, atto secondo. Da dove si riparte?
«L'anno scorso avevo qualche giocatore in più di mia conoscenza, anche profonda. Ora sono più curioso di capire le potenzialità del gruppo, l'obiettivo è di essere tra 12 mesi nella Legadue Silver. Voglio fare un plauso alla dirigenza per come ha allestito la squadra, abbiamo un valore tecnico superiore a quello che potevamo permetterci».
La riforma dei campionati, con l'introduzione della Legadue Gold/Silver dal 2013, ha condizionato il mercato?
«Non credo, tante squadre hanno fatto quintetti molto competitivi. La differenza la farà la lunghezza della panchina, l'allenabilità, la solidità societaria nei momenti di "basso" che sicuramente arriveranno in un campionato così lungo. La riforma convince: meglio avere poche società ma di qualità piuttosto che averne una miriade che fanno il mercato coi soldi del Monopoli».
All'interno del vostro roster solo 5 giocatori non sono nati negli anni Novanta.
«È vero, siamo molto giovani, ma dobbiamo sottolineare che due ragazzi nati nel 1993 come Tomasini e Carnovali sono con noi già da un anno e alle finali nazionali di categoria sono stati tra i migliori. Giovani ma con talento».
Quanto è importante per la Comark il ritorno di Reati?
«È il nostro capitano, vuole ritrovare le sue certezze e avere un ruolo da protagonista per poi magari tornare ad un livello superiore con uno status differente. Il suo sogno è arrivarci con la maglia di Treviglio. Spero che non si senta in obbligo di dover strafare: sarà un terminale, un leader di questa squadra ma non si deve cercare le cose, le cose devono arrivare».
Cosa le ha insegnato Jasmin Repesa con cui ha lavorato a lungo a Treviso?
«Tutto, è un grande, è una persona di immensa intelligenza ed esperienza. Ha fatto tantissimo per il basket italiano, ha lanciato molti giovani. Ho cercato di rubare da lui questa capacità di avere sempre il controllo della situazione».
Repesa è famoso per le sue frasi emblematiche. Qual è quella che le è rimasta più impressa?
«Jasmin mi diceva sempre: "Tu sei un assistente, io ti tratto come capo-allenatore. Tu sei l'assistente con lo status più grande in Europa"».
Cosa vuol dire essere il coach più giovane d Serie A, Legadue e DNA?
«Ora sono l'eccezione, qualche anno fa era la norma avere questo ruolo alla mia età. Basti pensare a Messina, Scariolo».
Michele Gazzetti

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