L’INTERVISTA
Il presidente di LNP fa il punto della situazione in vista del nuovo torneo di sviluppo
Lunga chiaccherata "a cuore aperto" con Roberto Drocchi: alla vigilia della nascita del nuovo "campionato di sviluppo" con 5 e poi 6 giovani obbligatori che diventerà l'attuale A dilettanti a partire dall'anno sportivo 2011/2012 (intanto sul fronte Wild-Card le candidature "pronte" dovrebbero essere Firenze, Cagliari - con la famiglia Milia che si sposterebbe da Sassari - e Campobasso) il presidente della Lega Nazionale Pallacanestro fa il punto della situazione spiegando il punto di vista delle società."Per quanto ci riguarda il nuovo campionato parte con l'idea di essere il minore dei mali: ricordo a chi pone in dubbio la forza dell'azione di LNP che l'idea originaria era quella del campionato a 16 squadre con 8 wild-card inserito a forza tra LegAdue e A dilettanti. Sarebbe stata una retrocessione per tutto il movimento con pochissimi club ammessi al campionato di sviluppo, mediante la concertazione con la Fip abbiamo invece mantenuto e stabilizzato la futura LNA limitandoci a 4 wild-card su 24 posti. La nostra proposta di riforma era differente e coinvolgeva l'intero movimento, con l'idea di tenere il format attuale se non si fosse trovato l'accordo: avendo limitato i danni rispetto all'idea di partenza a questo punto dobbiamo credere in questo nuovo campionato di sviluppo, che si annuncia appassionante e di livello qualitativo più elevato nonostante gli Under in più: tra avere più giovani in campo e la formula stile NBA il torneo avrà una sua caratterizzazione specifica, e se si riuscirà a promuoverlo tramite Fip ci sarà grossa attenzione su di esso".Dunque a ben guardare le regole "spingono" i club di A dilettanti a puntare molto sul settore giovanile, ma sono pochissime le società pronte a recepire questa direttiva…"E' un obiettivo a medio-lungo termine che non si può conseguire nel primo anno: chi ha giovani validi fatti in casa possiede già una struttura rodata ed efficace, ma chi non li ha non può riuscire subito a colmare questo gap. Noi reputiamo il campionato di A dilettanti di alto livello: per mantenere questo livello o si ha un valido settore giovanile che produce giovani di valore oppure forti disponibilità economiche. L'idea generale è quella di eliminare le società che faticano a stare al passo e non hanno giovanili valide: alla lunga il movimento dovrebbe riuscire ad autoregolamentarsi, sappiamo che ci sono molte situazioni economiche complicate e anche il grido d'allarme lanciato dalla LegAdue è un segnale in tal senso nonostante solo un anno fa il professionismo affermava a gran voce di non sentire la crisi".Ma la riduzione delle società (da 32 a 24 in B1, il prossimo anno la B2 passerà da 64 a 48 squadre) era davvero indispensabile? E le regole allo studio serviranno a migliorare la situazione?"Inutile nascondere il fatto che la riduzione dei club di A e B dilettanti sarà molto dolorosa: non possiamo certo rallegrarci per una decisione a tavolino non condivisa da noi che causerà piccoli traumi a chi dovrà compiere passi indietro. Sono emotivamente vicino ai dirigenti che dovranno vivere una retrocessione, ma in questo cerchiamo di trovare aspetti positivi ricollocando ognuno al proprio livello di possibilità: il nuovo format di A e B è impegnativo e la riduzione è pensata affinchè questi campionati siano disputati da chi è in grado di mantenerli economicamente. Già ci sono regole che vanno in questa direzione, come la fidejussione aumentata a 70mila euro: tante società pensano già ad un autoridimensionamento anche perché i dirigenti rischiano del proprio, in questo momento storico la cosa importante è dare continuità senza rischiare di sparire. L'accordo quadro LNP-Giba per il massimale dei compensi per gli Under 23 avrebbe invece ottimi contenuti ma non è ancora stato approvato dalla Fip che sta cercando soluzioni regolamentari per l'applicazione pratica di quanto proposto con il blocco dei tesseramenti per chi si accorda al di sopra del tetto salariale".Intanto però sono sempre più numerose ad ogni estate gli stravolgimenti degli organici dei campionati secondo quanto disposto dal verdetto del campo: programmare diventa indispensabile per sopravvivere..."La programmazione è fondamentale per garantire una prosecuzione serena della propria attività: Fip e LNP possono indicare delle strade con regolamenti e politiche, ma autocoscienza ed autoregolamentazione devono venire dall'interno. In una situazione economica come quella odierna fare i passi secondo la gamba è fondamentale: magari c'è rischio che chi fa le cose con serietà si veda passare davanti chi gioca ai margini delle regole ma questa situazione ha vita breve, se anche i professionisti sono in crisi nonostante il rigore dei controlli Com.Tec. è un segnale che sottolinea la serietà della situazione. Tutti insieme dobbiamo creare un sistema di regole a garanzia delle società, e in tal senso anche l'accordo con la Fip per l'impiego dei fondi Nas a chi utilizzerà più giovani di quelli richiesti dal regolamento in A e B dilettanti è un bel riconoscimento. Si parla di cifre attorno agli 8-10 mila euro per ogni Under in più, ma intanto è un inizio…".E' comunque un modo per ridurre la "sperequazione" legata all'alto numero di giocatori senior di A dilettanti (il prossimo anno ben 72 posti in meno tra 8 retrocessioni e un Under in più per club NdR) che dovrà scendere in B e in C dove gli Under saranno ridotti all'osso…"La coperta è corta: noi abbiamo fatto le nostre richieste alla Fip sulla base del sondaggio effettuato tra le società LNP che hanno voluto mantenere due Under, d'altra parte però si vuole fare in modo che i giovani migliori salgano in LNA e in due anni il passaggio a due Under 21 in LNB e LNC dovrebbe essere una soluzione. Ci aspettiamo un effetto inverso con la discesa di molti senior soprattutto in B, dove però i costi sono inferiori rispetto alla A perché a questo livello c'è già stata una forte autoregolamentazione con non più di 4-5 squadre per girone che investono cifre importanti".Tra scettici e critici la riforma della LNA non ha molti estimatori al di fuori della Fip, se le cose non dovessero andare per il verso giusto LNP ha già pronte soluzioni alternative?"Al di là di tutto mi auguro con tutto il cuore che questa riforma funzioni, anche perché serve dare stabilità ai campionati con format duraturi: non è serio cambiare formule ogni due o tre anni. Ora vedremo l'evoluzione della situazione del professionismo: solo se cambierà qualcosa da qui ad un paio d'anni e verrà messa in atto una riforma strutturale siamo disposti a mutare la direzione attuale. Certo c'è preoccupazione perché la sensazione è che non ci siano gli elementi fondamentali di una visione di insieme a partire dall'utilizzo degli Under dei club professionistici: il rischio è che le società di A dilettanti alimentino quelle di serie A come si vede già dai flussi dei Nas…".
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