lunedì 23 novembre 2009

LE NOTE DI UNO DAVVERO SUONATO:tu vuoi fa l'americano


LE NOTE DI UNO DAVVERO SUONATO


Tu vuo’ fa l’americano (RenatoCarosone)

Recentemente anche la Pallacanestro, come moltissimi ambiti della nostra vita, soffre di un brutto male: lo spirito di emulazione in tutto e per tutto del modello USA. L’imitazione che compiamo va in due direzioni: quella regolamentare unita a quella tecnico-tattica del gioco. Il più importante cambiamento regolamentare è stato il passaggio da 30” a 24” a disposizione di una squadra per ultimare un possesso. Questa variazione ha portato, secondo alcuni, ad un inevitabile abbandono dei tradizionali sistemi di gioco, mutuati dalle università americane, per passare a giochi di soluzione, mutuati dalla NBA, nei quali si va velocemente al tiro senza coinvolgere tutti i giocatori nell’azione. Sicuramente questo tipo di gioco è più spettacolare, ma i recenti risultati della nazionale USA hanno dimostrato che efficace e spettacolare spesso non vanno d’accordo. Inoltre credo che tra i 35” che continuano ad essere concessi nelle università americane per concludere un possesso e i 14” con i quali mediamente concludono alcune squadre NBA, esista un giusto mezzo: utilizzare tutti i nostri 24”. Dal prossimo anno i nodi verrano al pettine: infatti la riga del tiro da 3 verrà allontanata a 6,75 metri e l’area dei 3” allargata, ancora per imitare la NBA. A quel punto realizzare da 3 punti diventerà più difficile, sarà dunque necessario tornare a dare la palla con continuità ai lunghi vicino a canestro. Essendosi però, i lunghi nostrani abituati a tirare più da 3 che da due, ci saranno grandi difficoltà di adattamento. Così probabilmente vedremo brutte partite, più brutte di quelle, rare, in cui si usavano tutti i 24” (o 30” o 35”) e tutti toccavano la palla.


(GIORGIO BONFANTI)

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