mercoledì 16 settembre 2009

INTERVISTA A ROSSINI


Alberto Rossini 40 anni, trevigliese doc, una carriera luminosa in Serie A con oltre venti campionatisulle spalle per quei pochi che ancora non lo sapessero iniziò a muovere i primi passisul parquet proprio allo Zanovello. La prima convocazione in Serie B è stata l'8 febbraio 1986:ti risulta Alberto?“Contro lo Jadran Trieste” ci precisa il Lupo all'altro capo del telefono “e poi i primi punti furonocontro il Celana qualche mese dopo”.Poi andasti a Cantù l'anno dopo ed a Treviglio tornasti solo per un incontro tra “vecchie glorie”:che effetto ti farà giocare con la tua squadra al PalaFacchetti?“Bhè oggi sono più vecchio che gloria … sembrerà strano ma ci sarà emozione. Rivedrò tantepersone con le quali sono cresciuto sia dal punto di vista umano che cestistico. Le mie radicisono lì perciò sarò di sicuro contento ed emozionato … anche se avrò un rammarico …”Quale rammarico?“Quello di non aver potuto indossare la maglia di Treviglio al di là di quanto fatto quando avevo17 anni. Mi sarebbe piaciuto molto ma purtroppo non è stato possibile”.Io direi comunque che tu il nome di Treviglio lo hai portato in alto nel basket giocato come nonmai e credo che si possa affermare che per la nostra città tu stia al basket italiano tanto quanto lo è Giacinto Facchetti nelcalcio. Quando si parla di Alberto Rossini non si guarda alle statistiche ma alla sua serietà, alla sua professionalità ed allasua umiltà.“Ti ringrazio. Io so di non essere un giocatore di talento ed allora per poter restare a questi livelli per oltre 20 anni ho dovutolavorare più di altri mettendoci professionalità ed etica nel mio lavoro. Tutte qualità che mi derivano dagli insegnamentiricevuti prima in famiglia e poi nell'Or.Sa. Ho avuto la fortuna di iniziare a giocare nel momento in cui Treviglio credevanei giovani ed investiva le migliori professionalità che aveva nella loro crescita. Non so se oggi è ancora così ma io so chedevo essere grato a chi mi ha allenato ed insegnato a giocare ed a capire cosa significa far parte di una squadra”.



Con chi sei rimasto in contatto?

“Il legame con Treviglio è sempre stato molto forte. Lì vivono mia madre (Mamma Rosi) e mia sorella (Alessandra) lì come ho detto ho le mie origini. E poi spesso mi sento con Silvio (Devicenzi che da tutti è considerato il plasmatore di Alberto N.d.R.) e con Giamba Carioli e Gian Luca Riva oltre ad alcuni miei ex compagni di scuola”.

A Jesi sei considerato una bandiera ormai.

“E' una società molto seria che fa il passo secondo la lunghezza della propria gamba. Ormai con i dirigenti e con la città c'è un rapporto speciale proprio per questa loro caratteristica che si sposa con le mie vedute. E poi la qualità della vita qui è impagabile come pure il clima: in venti minuti sono al mare mentre qui siamo in collina. Ho un figlio di 4 anni (Davide) ed una compagna di Milano - per cui ho rispettato il detto mogli e buoi … - e sapere di poter offrire loro la tranquillità di posti come questo è per me importante e fondamentale per le scelte che faccio.”


Ed ora hai ritrovato Stefano Vanoncini.

“Dopo Treviglio ci siamo persi di vista incrociandoci solo per pochi minuti quando le nostre squadre si sono affrontate. Devo dirti che pur essendo trascorso così tanto tempo ritrovo un clima familiare ed anche questo conta per me”.

Ma fino a quando ti vedremo correre dietro ad una palla a spicchi?

“Fino a quando il fisico e la testa me lo consentiranno. Per ora tutte e due funzionano bene e con la società siamo d'accordo che ad ogni fine stagione decideremo insieme.”

Arrivederci a presto Alberto qui nella “tua” Treviglio, grazie al Torneo ECB Company organizzato dalla Famiglia Bergamini!

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