martedì 18 agosto 2009

Finelli:'' 5000 da riconquistare!''

Dal sito della Fortitudo arriva la prima intervista di coach Finelli. Si prevede un altro anno come quando i Ciocca Band arrivarono alla finale contro la corazzata Scavolini Pesaro di Carlton Myers. Per i Trevigliesi non sarebbe affatto male riproporsi in una finale promozione contro Lamma, Cittadini, Malaventura, Gigena.....



Il solco è tracciato. La ripartenza della Fortitudo è avvenuta oggi pomeriggio al PalaDozza. Per volto e voce di Alex Finelli, la cui scelta ha segnato il nuovo inizio ed è stata a sua volta seguita da altre scelte, di chi aveva la Effe dentro e di non aspettava altro che di averla. Eccolo, il coach, esordire in conferenza stampa.

“Credo che in un momento come questo ci sia da fare il punto della situazione, partendo proprio da quattro settimane fa, quando la Fortitudo è stata esclusa dalla Legadue ed inserita in A Dilettanti. Quando è arrivata la decisione del Consiglio Federale ero negli Stati Uniti con Zoran Savic, in procinto di tornare. Adesso vorrei spiegare ai fortitudini cosa è successo dopo. Mi sono trovato di fronte a un bivio: lasciare tutto, come mi consigliavano tanti amici e addetti ai lavori, attendendo una successiva chiamata in Serie A nel corso della stagione, oppure valutare bene la situazione della Fortitudo per capire cosa si potesse fare per ricostruire. E’ ovvio che ci fossero dei problemi, ed un qualcosa di assolutamente inedito. Ho ragionato in primo luogo da persona che ha vissuto qui dentro tanti anni, tra gli Ottanta e i Novanta, per non dire da tifoso: mi sono chiesto cosa avrebbe fatto Beppe Lamberti, oppure Pillastrini, Pellacani, Zatti... La risposta è che loro sarebbero rimasti, ed è stata la mia stessa decisione, pur se l’impresa da compiere sarà molto impegnativa. L’importante era valutare che l’obiettivo da raggiungere potesse essere realistico, quando l’ho verificato ho compiuto la mia scelta”.

Una scelta nata da dentro, dunque. “In primo luogo dall’istinto e dal cuore, dopodiché però mi sono confrontato a lungo con la proprietà, perché non era mai accaduto prima che, rischiata la radiazione ed accaduta una doppia retrocessione in poche settimane, si ripartisse con la medesima proprietà. In queste quattro settimane la proprietà ha compiuto dei passi importanti, effettuando i pagamenti e permettendo di ripartire. Con un nuovo entusiasmo, e affidando all’area tecnica un budget preciso, che ci permetta di fare il passo lungo come la gamba, se ci troviamo in questa situazione è proprio perché è stato fatto un passo troppo lungo. Un aspetto molto importante è la voglia di rivalsa della proprietà, che ha imparato dall’esperienza acquisita come muoversi per il futuro e ha grande desiderio di riscatto, è questo che ho percepito”.

A quel punto, la ripartenza. “Per prima cosa mi sono messo in contatto con i giocatori che sono cresciuti nella Effe: a fine luglio, parlando con Davide Lamma, ho trovato i medesimi istinti che mi animavamo, derivanti dai valori trasmessi a noi negli anni della formazione, qualcosa difficile da spiegare a parole. Ho avuto immediatamente la sua disponibilità a mettersi in gioco, rimanere e rischiare del suo. Il primo passo è stato dunque il playmaker che ho visto crescere dagli allievi agli juniores, mi sembra giusto e scontato che il Capitano continuerà ad essere lui. Con a fianco tante anime silenziose ad aiutarlo, quelle di Alessandro Cittadini e Matteo Malaventura, che all’inizio mai avrei pensato di poter trattenere, invece quelle poche chances sono diventate concrete per loro scelta. Come Davide, anche loro due convinti a ripartire al meglio insieme qui. Dopodiché, pur in netto ritardo rispetto alle altre squadre, abbiamo provato a muoverci per costruire una squadra abbastanza competitiva”.

Scelte all’unisono, le vostre. C’è un perché comune? “La Fortitudo ha fatto tanto per tutti noi: personalmente, a 20 anni mi ha fatto cominciare a lavorare a tempo pieno, poi nel giro di pochi anni Pillastrini e Lamberti mi hanno dato la responsabilità del settore giovanile. Questo è il momento di partecipare a qualcosa che possa essere il più coinvolgente possibile: mi ha colpito molto quello che ha fatto la Fossa dei Leoni in quel periodo, ed una frase di Nino Pellacani che diceva ‘i fortitudini sono proprio dei califfi’, lo penso anch’io. Questo club mi ha dato la possibilità di diventare un allenatore professionista, di crescere. A metà degli anni Novanta quando allenavo i giovani mi ha mandato due volte in America, a lezione di coach Krzyzewski a Duke. Tutti noi sentivamo di avere qualcosa da ridare alla Effe, nel momento più importante”.

Quali sono gli obiettivi? “Bisogna sottolineare che la A Dilettanti ha una formula da studiare, si tratta di lavorare per otto mesi e mezzo, fino a fine aprile quando finisce la prima fase. A quel punto, tutto viene rimesso in gioco coi playoff. Partono 29 squadre, a maggio si azzera tutto e iniziano i playoff. In questi lungo periodo, mi aspetto quattro punti di svolta: vedere una Società piena di voglia di riscatto, capace di fare il giusto passo e rimettersi a posto mese per mese; che il mio staff e i miei giocatori insieme formino uno spogliatoio vero, un gruppo unito, sarà bello ritrovarci tutti italiani e costruire insieme qualcosa anche a livello morale; che si crei anche un’unità tecnica, per raggiungere la miglior posizione possibile nella griglia playoff, necessaria per avere il vantaggio del fattore campo; e, a quel punto, riconquistare i tifosi Fortitudo, non solo quelli che ci amano incondizionatamente e sono qui oggi come noi, ma anche i più scettici che giustamente vogliono del tempo per toccare con mano, starà a noi riconquistarli. Il mio sogno è rivedere il PalaDozza pieno per i playoff, tremendamente decisivo come è stato nella partita ripetuta con Montegranaro, da avversario è stato assolutamente difficile giocare con quella cornice di pubblico biancoblù”.

Tutte premesse verso la promozione? “Non vogliamo promettere cose fuori dal nostro controllo, credo che questo sia un bel piano, realistico in base al tempo necessario per cercare di raggiungerlo. Ma sarà una stagione dura e difficile, in un campionato con regole molto strette ad esempio sul mercato, con un solo cambio in entrata e due in uscita, entro fine andata. Vorrà dire che dovremo lavorare bene tecnicamente a tutti i livelli. Facendo con quello che c’è, perché questa è la filosofia della A Dilettanti, senza le porte girevoli delle serie professionistiche. Partiremo e arriveremo con lo stesso gruppo, per volontà del coach e per regolamento. Gli obiettivo sono quei quattro passi che ho illustrato, se li compiremo poi è logico che punteremo a vincere il campionato. Ma sono cose che non si possono garantire né promettere, evitiamo di ripetere gli errori precedenti, quando si è promessa la luna trovandosi poi impantanati. Con questa formula che rimette in gioco tutto a fine aprile col mercato chiuso, è inutile raccontare favole alla gente. La Fortitudo ora vuole parlare con fatti e pragmatismo. Ci siamo appena rialzati dal pugno subito, abbiamo rabbia e carica, ora lavoriamo. Credo che tutti i fortitudini firmerebbero per trovarci davanti ai playoff dopo aver raggiunto quei quattro passi”.

Coach, dunque non anche GM... “Solo coach, io sono un allenatore, mentre i manager devono fare anche cose diverse dal mercato. Nell’emergenza nelle ultime tre settimane ho chiesto alla proprietà carta bianca a livello tecnico nel rispetto del budget per costruire la squadre. La Società mi ha supportato in tutto, con la proprietà e il Direttore Sportivo Renato Nicolai a portare avanti tutte le trattative. Io mi sono limitato a scegliere e parlare con gli atleti, con la stessa carta bianca che avrò durante la stagione per gestire la squadra”.

La squadra è chiusa? “Dei sei senior, tre sono i giocatori rimasti, Lamma, Cittadini e Malaventura, e tre quelli che hanno sposato il nostro progetto, Muro, Gigena e Sorrentino. Ci vogliono poi due under delle annate ’87-’88 e stiamo definendo le formalità con Salvatore Genovese da Varese e Francesco Quaglia dalla Virtus, cominceranno subito con noi. Gli altri due under, dell’89-’90, probabilmente verranno dalle nostre giovanili, inizieranno in sei perché voglio conoscerli bene in questi giorni, allenarli per capire chi sarà funzionale a noi. Purtroppo, per giocatori che hanno avuto la pazienza di aspettare la Effe, ce ne sono stati altri che appena svincolati sono andati via, da Sanguinetti a Piazza, Cortese e Chiumenti. Gli ultimi tre era logico che ambissero a categorie superiori, mi permetto di dispiacermi per Sanguinetti, su cui avremmo puntato ad occhi chiusi come miglior giovane del nostro vivaio, era libero di scegliere ma peccato non sia rimasto”.

Penserete anche ad un senior jolly da tenere pronto per la finestra di mercato? “Stiamo emergendo in una realtà nuova da poche settimane, siamo stati molto operativi finora, ora pian piano metteremo a posto tutti i dettagli per andare in profondità, magari considerando anche questo aspetto preventivo. Anche perché conterà vincere più partite possibili nella prima fase, senza lasciare punti in giro perché il fattore premierà chi avrà avuto la miglior percentuale di vittorie. Anche sullo staff stiamo definendo gli ultimi dettagli, in pochi giorni potremo ufficializzarli”.

Sarete la grande novità per la A Dilettanti. “Una Lega che ha visto pioverle sopra la Fortitudo dopo metà luglio, credo che da parte nostra ci voglia molto rispetto nei confronti della Lega e delle società, che magari avevano già programmato. Per questo non dobbiamo fare alcun proclama, torneremo alle qualità essenziali che permettono di costruire un team vincente, senza creare scompiglio in modo inopportuno, ma pensando soltanto a far tornare a parlare di noi solo sul campo. Come una squadra di pallacanestro, la Fortitudo”.

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