LeBron ammette: "Fumavo marijuana al liceo"
Un libro in uscita a settembre racconta gli ultimi anni di liceo della stella di Cleveland. King James rivela: "Le prime attenzioni dei giornalisti trasformarono me e i miei compagni in rockstar, e ne approfittammo. Perdemmo la testa, io più di tutti. Forse sono stato arrogante a farmi chiamare Il Prescelto"
CLEVELAND (OH, Usa), 24 luglio 2009 – L’altra faccia di re James. Fragile e arrogante, eccessiva e oltre i limiti. E’ quella che emerge dalle anticipazioni di un libro in uscita a settembre, “Shooting Stars”, scritto da LeBron assieme al premio Pulitzer Buzz Bissinger (autore di "Friday Night Lights", considerato il più grande libro mai scritto sull’high school football), che racconta l’ascesa dell’attuale Mvp Nba concentrandosi quasi esclusivamente sugli ultimi due anni di liceo. E la star di Cleveland, la cui popolarità è in forte calo negli Usa per alcuni atteggiamenti da prima donna, ammette di aver fumato marijuana.
- LeBron e il tatuaggio "Chosen One". Reuters
OLTRE I LIMITI — E’ la rivelazione che meno piacerà al pubblico americano, che ancora non ha perdonato a James il sequestro del video in cui un giocatore di college gli schiaccia in testa. Ma i tifosi potrebbero invece apprezzare l'onestà con cui LeBron si racconta. Secondo l'attuale superstar di Cleveland i guai sono cominciati il 18 febbraio 2002, quando Sports Illustrated gli dedicò la copertina. L’attenzione dei media fece montare la testa a James, che era al terzo anno di liceo, e ai suoi compagni (Dru Joyce, Sian Cotton, Romeo Travis e Willie McGee, gli altri titolari del St. Vincent-St. Mary High School), in una deriva che portò la squadra di Akron, Ohio, a mancare la vittoria del campionato statale per l’unica volta nei quattro anni con James in squadra.”L’attenzione dei giornalisti ci rese delle rockstar e ne approfittammo - scrive LeBron nel libro -. Perdemmo la testa, io più di tutti. La colpa fu soprattutto nostra, ma anche di quegli adulti che prima ci trattarono da superstar e poi assisterono senza fare nulla alla nostra autodistruzione”. I “Favolosi Cinque”, come vennero soprannominati, andarono anche oltre, fumando marijuana di nascosto in una stanza di un hotel di Akron a cui “avevano avuto accesso”. A riportarli sulla retta via coach Dru Joyce II, che li scoprì e fece loro mettere la testa a posto.
- LeBron al liceo.
BERSAGLIO MEDIATICO — “Sono stato arrogante facendomi chiamare Il Prescelto – ammette James -. Con il senno di poi dico che sarei dovuto rimanere tranquillo, ma allora ero quello che ero, un teenager a cui ogni giornalista del mondo aveva corso dietro almeno una volta”. LeBron scrive anche di essere stato oggetto di un’ingiusta campagna mediatica quando la vita della madre (che viveva con James in un appartamento con affitto assistito) venne passata al setaccio per aver ottenuto un prestito da 50mila dollari con cui comprò al figlio un Hammer come regalo di compleanno: “Probabilmente la macchina era eccessiva, con la sua fila di tre televisori – scrive James -. Ma lo erano anche le Bmw degli altri ragazzi parcheggiate al St. Vincent, su cui nessuno ha mai detto nulla”.
- James ha una scuderia di auto sportive. Reuters
CACCIA ALLE STREGHE — L’attuale Mvp Nba ricostruisce poi la “caccia alle streghe” di cui fu vittima quando l’Ohio High School Athletic Association lo squalificò per aver accettato due magliette in regalo da un negozio di abbigliamento sportivo di Cleveland. Se la prende soprattutto con l’ex commissioner Clair Muscaro “Il suo fu un tentativo di umiliarmi e mettermi in ridicolo, fomentando le voci che io fossi corrotto solo per rovinare il mio sogno”. A settembre, con l’uscita del libro, le altre verità di James, che con la sua sincerità potrebbe riconquistare quella fetta di tifosi persa con i suoi comportamenti "da rockstar" durante l’offseason. In attesa che il ritorno sul parquet faccia dimenticare tutto.
Davide Chinellato from tuttobasket
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