sabato 31 gennaio 2009

archivio 25/09/2008 LETTERE ALLA REDAZIONE,PAOLO ANDREINI

LETTERE ALLA REDAZIONE:
La primissima di Andreini Paolo,
Presidente Bluorobica
25/09/2008
Buongiorno,
innanzitutto complimenti per l’iniziativa di questo blog che sicuramente migliorerà la conoscenza del nostro mondo e che contribuirà a mantenere vivo l’interesse verso uno sport che sempre più spesso, purtroppo, si pone alla ribalta nazionale come esempio negativo.

Avrei piacere di rendere pubbliche le mie considerazioni sulla situazione attuale per comprendere a fondo se i sentimenti di scoramento che pervadono il nostro sistema siano condivisi e per provare ad immaginare come risollevarci da una situazione che minaccia l’esistenza del nostro sport.

Le vicende di questi giorni (dimissioni della maggioranza dei consiglieri nazionali) non sono che il culmine di una politica federale insensata e clientelare che ha fatto precipitare l’immagine della pallacanestro a livelli veramente infimi con conseguenze che si faranno sentire a lungo.

La nostra provincia, nell’ultimo quinquennio ha avuto la forza di reinventarsi come fucina di attività giovanile macinando risultati e consensi sia in campo maschile che femminile; le maggiori società (Intertrasport e Scame) si sono fatte promotrici di importanti progetti sui giovani andando in coraggiosa controtendenza rispetto al resto della nazione; la società da me presieduta (Bluorobica) è di fatto diventata la locomotiva del movimento giovanile orobico a cui si sono poi ispirati numerosi progetti di aggregazione su scala provinciale e regionale e la sana e corretta competitività che si è innescata sul territorio ha di fatto convogliato le società verso un livello qualitativo maggiore.

Ii contro ci ritroviamo ostaggi di una politica di gestione federale dettata da pochi club professionistici che impongono regole paradossali, che governano a prescindere dal consenso forti di un supporto mediatico impareggiabile e che influenzano in modo inaccettabile lo svolgimento della normale attività sportiva.

E’ un microcosmo senza regole, o meglio con regole che si possono cambiare in corso d’opera, nel quale le società professionistiche hanno tutti i diritti ma nel quale i costi vengono sopportati dalla larghissima base di cui il nostro sport dispone.

Spesso si assiste a situazioni paradossali senza che nessuno abbia il coraggio di dire nulla ( un esempio fra tanti: la società che vince tutti gli scudetti giovanili, non ha nessun italiano vero nel suo roster professionistico; oppure: la società più blasonata della Lombardia svolge delle leve per reclutare le proprie squadre giovanili invitando gli atleti dodicenni svincolati; così di vanifica il lavoro delle piccole società che si vedono scippare i migliori talenti attratti dal blasone dei professionisti) e con piglio tipicamente Lombardo per risolvere i problemi si opta per l’aumento del proprio impegno così da sopperire le carenze degli altri.

Purtroppo questa è la situazione attuale. Società che falsificano i documenti, che accumulano debiti salvo poi appellarsi alle istituzioni quando la patata scotta, società che cambiano le regole a proprio uso e consumo facendo diventare italiani gli stranieri (ma solo quelli alti e grossi..), organi federali che per proteggere la casta dei tecnici d’alto bordo si inventano dei limiti invalicabili ai giovani allenatori emergenti, o che cambiano le annate dell’attività giovanile per permettere agli amici degli amici di vincere qualche scudetto giovanile in più.

Forse è venuto il momento di provare a reagire e la strada da seguire è quella già intrapresa; bisogna proporre serietà contro chi millanta paradisi sportivi, bisogna privilegiare l’etica del comportamento contro l’etica del risultato ad ogni costo e soprattutto bisogna isolare chi abusa del nostro sport. Che certe società si facciano una loro Lega e stabiliscano i requisiti di partecipazioni, che continuino a creare futuri disadattati spingendo i giovani talenti lontano dalla scuola e dal mondo reale; che continuino a usare le Nazionali come supermercati dove attrarre i giovani con mille promesse e rendendole dei pulpiti dai quali screditare il lavoro amorevole delle piccole società.

Sono orgoglioso di far parte del Comitato Provinciale della Federazione ma mi vergogno del fatto che questo comitato, gestito con criteri sani e sportivi, oltre che economicamente ineccepibili, debba riferire e debba dipendere da un Consiglio Federale che non ci rappresenta.

Continueremo a fare attività, forse con meno entusiasmo ma non con meno determinazione e spero che con noi lo faccia tutto il movimento provinciale e cercheremo di essere una voce che si faccia sentire quando sarà il momento di scegliere chi ci dovrà rappresentare e governare per il futuro.

Paolo Andreini

Presidente di As.Dil.Bluorobica

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