mercoledì 10 febbraio 2010

Il guerriero Moruzzi. Treviglio lo elegge


Il guerriero Moruzzi. Treviglio lo elegge
Avercene, di gente così. Un guerriero, un leone che morde le caviglie avversarie, che non ha paura di nessuno, che gioca sempre duro. In quintetto o dalla panchina? A lui sembra non interessare, quisquilie per bambini capricciosi. È Alfredo Moruzzi il guerriero della Comark. Un giocatore tutto «carne e patate», definizione cui si ricorre per descrivere uno di sostanza. Magari non un manuale di tecnica, nemmeno un tiratore mortifero, ma uno che raramente cicca una partita.Moruzzi è per certi versi l'acquisto più azzeccato della Comark di quest'anno. Prendendolo, la società trevigliese si è assicurata una dose costante di adrenalina da buttare sul parquet. Del resto lo sapeva bene Simone Morandi, che infatti saggiamente se l'è portato dietro da Lumezzane insieme con Nicola Minessi, guardacaso un altro che non si fa pregare quando si deve ruggire nell'arena. L'intensità difensiva di Moruzzi, da sempre una certezza per il tecnico trevigliese, è un «babau» che mette i brividi a qualsiasi avversario: la museruola piazzata sulla bocca da fuoco Manuel Carrizo nel terzo quarto del match di domenica è solo l'ultima dimostrazione in ordine di tempo. Ma ce ne sono molte disseminate in questa prima parte di stagione. Partendo dall'agonismo nella metà campo di dietro, il giocatore nativo di Desenzano, grande atleta con garretti d'acciaio, costruisce il suo attacco, apprezzabile anche se raramente da «prima punta». Le sue medie: 9,4 punti (con il 44 per cento dal campo) e 3,7 rimbalzi in 23,1 minuti. È andato in doppia cifra nove volte su 20 apparizioni, ma Moruzzi è il classico giocatore che rende ben al di là delle statistiche. «Last but not least»: un atteggiamento impeccabile nei confronti di allenatore e compagni di squadra, mai una scenata, mai un comportamento sopra le righe. Il suo contratto, firmato l'estate scorsa, scade a giugno: fossimo nella società trevigliese non ce lo lasceremmo scappare.Chiudiamo con un numero, sperando che sia di buon auspicio: 11. Sono i rimbalzi (uniti a 10 punti) catturati da Thomas De Min a Montecatini. Treviglio si augura che siano il segnale di un ritorno del friulano ai livelli che gli competono: chissà che, dopo le difficoltà (in particolare di dicembre e gennaio), da qui al termine della stagione non sia l'arma in più della squadra biancoblù, il vero «acquisto» del mercato di metà stagione.

Rassegna stampa del 09-02-2010Fonte: L’Eco di Bergamo

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