mercoledì 16 dicembre 2009

Frank Tolbert: con 6 dita si gioca meglio?



Frank Tolbert: con 6 dita si gioca meglio?


Il giocatore, uscito da Auburn nel 2008 e ora in forza alla squadra lituana dello Siauliai, ha 6 dita in ogni mano per una malformazione nota come polidattilia... ma su un campo da basket potrebbe essere anche una evoluzione...

Provate a digitare "Frank Tolbert" su Facebook. Fatto? Ora cliccate sul primo risultato ottenuto: vi si aprirà una fan page intitolata "Frank Tolbert says 6 in a row", con tanto di fotografia che ritrae un cestista universitario americano colto nell'atto di un tiro... con la mano ben aperta che mostra un sesto dito, un "secondo mignolo".
Sì, Frank Tolbert ha 12 dita nelle mani, per via di una malformazione comunemente chiamata polidattilia, e la pagina su Facebook non è stata certo realizzata per sbeffeggiare il giocatore in questione ma per omaggiare le sue prestazioni che lo hanno portato a chiudere il suo anno da senior (l'ultimo) a 13.4 punti e 5.2 rimbalzi di media e a condurre la squadra a "sei vittorie consecutive" nel momento migliore della stagione. Anzi, se c'è una cosa di cui Frank Tolbert va fiero, sono proprio le sue "seste dita" che - parole sue - gli "permettono di contare fino a 6 con una mano sola, a differenza degli altri 'comuni mortali' che possono arrivare soltanto fino a 5".
Frank Tolbert, nato il 19 luglio 1986 a River Falls, in Alabama, è stato il miglior giocatore ogni epoca a livello liceale nella Red Level High School (24 punti, 9.8 rimbalzi di media nella sua ultima stagione) e, dopo un quadriennio fruttifero nell'università di Auburn, ha intrapreso la carriera europea debuttando nella scorsa stagione in Olanda (12.9 punti, 2.8 rimbalzi con il Matrixx Magix) per poi passare, pochi giorni fa, in Lituania, in forza allo Siauliai (squadra che disputa la Eurocup). Soprannominato "Tank", Tolbert non ha mai nascosto questa sua particolarità che ha ereditato dalla nonna e dal padre (entrambi affetti da polidattilia) ma ha sempre considerato il suo "sesto dito" come una sorta di "evoluzione genetica" che lo rende speciale.
"Ci sono tante persone - spiega lo stesso Tolbert - che rimangono incuriosite. Mi si avvicinano, e mi chiedono: Ma riesci a muoverlo? Ma ti dà fastidio?'. No, non mi dà fastidio, anzi, se c'è una cosa che mi rende orgoglioso sono proprio le mie dita extra".
Negli States ci sono diversi blogger che hanno citato il sesto dito di Frank Tolbert seguendone la carriera universitaria a Auburn, e il quesito ricorrente è facilmente prevedibile: "Ma un giocatore con sei dita può essere avvantaggiato rispetto agli altri?".


Daniele Fantini / Eurosport

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