L’ADDIO IN SORDINA DEL DIRETTORE (D’ORCHESTRA) LINO FRATTIN
E’ cambiata l’orchestra ed è cambiato il direttore. La domanda è: riuscirà la Co.Mark Treviglio a emulare, o addirittura migliorare, i risultati ottenuti dall’Intertrasport 2008/2009 (playoff esclusi, ben inteso)? La risposta è nella “bacchetta”… non quella magica (avercela!) di Simone Morandi, uno che, già dal cognome, promette di far ascoltare al pubblico buona musica. Si torna al melodico italiano dopo un anno e mezzo di “pop” in salsa veneto-statunitense, parole e musica by Lino Frattin. Il distacco tra il tecnico, nato a Washington ma residente a Castelfranco Veneto, e la società del presidente Piervincenzo Mazza è passato in sordina. Arrivata la naturale scadenza del contratto Lino ha chiuso delicatamente la porta e ha lasciato Treviglio. Nessun proclama, non è ha mai fatti, nessuna lamentela: con il garbo e la posa che lo hanno sempre contraddistinto Frattin se ne è andato per la sua strada (ci dicono sia ancora in attesa di trovare una panchina, come head-coach o come assistente) senza che nessuno fosse alla stazione, con il fazzoletto in mano, a dargli l’addio.
“Diamo a Cesare quel che è di Cesare” quindi. Nel salutarlo dalle colonne di questo blog baskettaro ricordiamoci che quando arrivò, subentrando in corso di stagione (2007/2008) a Guglielmo Roggiani, si trovò in mano una patata bollente. La squadra stentava, la dirigenza stortava il naso perché l’obbiettivo playoff si stava tramutando nel pericolo playout. Frattin ci mise qualche giorno a prendere le misure ad una squadra e ad un campionato, la A Dilettanti, che non conosceva. Veniva dalle esperienze di assistent coach nel professionismo e da quelle come capo allenatore in campionati esteri (Austria e Inghilterra). Ha subito però trovato la ricetta giusta per i mali della squadra: lavoro, lavoro e ancora lavoro. Sudore in palestra, applicazione per insegnare i nuovi schemi e, complice la qualità dei giocatori a sua disposizione, gli è riuscita la scalata alla classifica con il sesto posto al termine della regular season ed una entusiasmante cavalcata playoff (eliminate Forlì e Casalpusterlengo) conclusasi nella “finalina” di ritorno sul parquet di Trapani.
Di quella sconfitta, amara e mal digerita dai più Lino ha fatto tesoro e allungato di una stagione il suo accordo con la Blu Basket si è rimesso al lavoro per migliorare. Siamo al campionato andato in archivio pochi mesi fa. Nel grande equilibrio del girone Treviglio si distingue per regolarità di risultati e un gioco ritenuto, da molti addetti ai lavori, tra i più belli della A Dilettanti. Merito di un gruppo di giocatori di talento, indiscutibile, ma una fetta di torta va data anche al coach veneto-americano. Il primo posto a parimerito con Forlì, che solo per quoziente canestri è stato un secondo,
l’hanno guadagnato anche lui e il suo staff, bravi a gestire al meglio la squadra lungo tutta la regular season. L’epilogo, purtroppo, non è stato quello che tutti si aspettavano: l’Intertrasport bella e vincente si è trasformata nel brutto anatroccolo che ai playoff ha stentato sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale lasciando senza . La formazione con quattro dei migliori tiratori da tre punti della A Dilettanti (Gamba, Guarino, Reati e Raschi), con la coppia di pivot meglio assortita (Rossi e Zanella) e con le “seconde linee” quasi pari ai titolari… ha fatto cilecca e la semifinale persa 3-0 con Vigevano è stato lo specchio fedele della metamorfosi. In tutto questo le responsabilità vanno distribuite: le ha avute la società (forse), le hanno avute i giocatori (certo) e anche qui… la sua fetta se l’è presa anche “100% Lino”. La critica: aver insistito troppo (anche nel minutaggio) sul quintetto titolare, dando poco spazio durante la stagione regolare a Demartini, Milani, Planezio, Da Ros e Zanella. In post season, quando lo “starting-five” ha dato segni di cedimento, Frattin non ha esitato ad attingere dalla panca; una reazione c’è stata (vedi il secondo tempo di gara-2 a Vigevano) ma… il miracolo non è riuscito. La MiroRadici Finance ci ha fatto le scarpe ed è andata a prendersi la LegaDue.
Amaro il finale quanto è stato dolce l’inizio dell’avventura a Treviglio e Lino Frattin, come abbiamo scritto, ha detto addio. Ha capito che si sarebbe chiuso un ciclo e che quello che andava a cominciare… non spettava a lui. Per cambiar musica a volte basta cambiare gli elementi dell’orchestra, altre solo il direttore. A Treviglio, per non far torto a nessuno… li hanno cambiati entrambi. E ora la bacchetta l’ha in mano Morandi (di lui e con lui parleremo nel prossimo “colpo” agostano)… Simone però, non Gianni.
Di quella sconfitta, amara e mal digerita dai più Lino ha fatto tesoro e allungato di una stagione il suo accordo con la Blu Basket si è rimesso al lavoro per migliorare. Siamo al campionato andato in archivio pochi mesi fa. Nel grande equilibrio del girone Treviglio si distingue per regolarità di risultati e un gioco ritenuto, da molti addetti ai lavori, tra i più belli della A Dilettanti. Merito di un gruppo di giocatori di talento, indiscutibile, ma una fetta di torta va data anche al coach veneto-americano. Il primo posto a parimerito con Forlì, che solo per quoziente canestri è stato un secondo,
l’hanno guadagnato anche lui e il suo staff, bravi a gestire al meglio la squadra lungo tutta la regular season. L’epilogo, purtroppo, non è stato quello che tutti si aspettavano: l’Intertrasport bella e vincente si è trasformata nel brutto anatroccolo che ai playoff ha stentato sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale lasciando senza . La formazione con quattro dei migliori tiratori da tre punti della A Dilettanti (Gamba, Guarino, Reati e Raschi), con la coppia di pivot meglio assortita (Rossi e Zanella) e con le “seconde linee” quasi pari ai titolari… ha fatto cilecca e la semifinale persa 3-0 con Vigevano è stato lo specchio fedele della metamorfosi. In tutto questo le responsabilità vanno distribuite: le ha avute la società (forse), le hanno avute i giocatori (certo) e anche qui… la sua fetta se l’è presa anche “100% Lino”. La critica: aver insistito troppo (anche nel minutaggio) sul quintetto titolare, dando poco spazio durante la stagione regolare a Demartini, Milani, Planezio, Da Ros e Zanella. In post season, quando lo “starting-five” ha dato segni di cedimento, Frattin non ha esitato ad attingere dalla panca; una reazione c’è stata (vedi il secondo tempo di gara-2 a Vigevano) ma… il miracolo non è riuscito. La MiroRadici Finance ci ha fatto le scarpe ed è andata a prendersi la LegaDue.
Amaro il finale quanto è stato dolce l’inizio dell’avventura a Treviglio e Lino Frattin, come abbiamo scritto, ha detto addio. Ha capito che si sarebbe chiuso un ciclo e che quello che andava a cominciare… non spettava a lui. Per cambiar musica a volte basta cambiare gli elementi dell’orchestra, altre solo il direttore. A Treviglio, per non far torto a nessuno… li hanno cambiati entrambi. E ora la bacchetta l’ha in mano Morandi (di lui e con lui parleremo nel prossimo “colpo” agostano)… Simone però, non Gianni.
STEFANO RIVOLTELLA
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