lunedì 20 aprile 2009

Partite decise a tavolino e arbitri sott'accusa scoppia lo scandalo del basket truccato

Reggio Calabria, la procura indaga sulla regolarità dei campionati di B e CAl setaccio gli incontri della scorsa stagione in tutta Italia. Iniziati gli interrogatoriPartite decise a tavolino e arbitri sott'accusascoppia lo scandalo del basket truccato
di GIUSEPPE BALDESSARRO
Partite decise a tavolino e arbitri sott'accusa scoppia lo scandalo del basket truccato
REGGIO CALABRIA - Aggiustavano le partite a tavolino attraverso arbitri compiacenti, che venivano premiati con giudizi positivi sulla direzione della gara. Valutazioni che si traducevano in punti buoni per i "fischietti" disponibili e che erano necessari per far carriera, per accedere all'Olimpo del basket che conta, alla serie A. Ma quando i match non finivano come volevano loro il voto dei commissari - che, paradossalmente avrebbe dovuto vigilare sulla loro imparzialità in campo - era pessimo e fioccavano le bocciature. E' questo lo scenario su cui sta indagando la Procura della Repubblica di Reggio Calabria.Un'inchiesta che svelerebbe di come alcune decine di partite di serie B e C sarebbero state combinate. I magistrati reggini stanno passando al setaccio gli incontri dello scorso anno e quelle dell'inizio del campionato attuale. Ed avrebbero già individuato incontri taroccati e responsabilità precise. A far saltare il tappo un giovane arbitro della città dello Stretto, estraneo al gruppo di potere, che avrebbe denunciato tutto circa un anno fa. Da allora i poliziotti della Postale hanno iniziato a mettere assieme materiale "interessante", e-mail e intercettazioni, ma anche documenti.Secondo quanto trapelato, il pm Maria Luisa Miranda avrebbe individuato l'oligarchia, costituita dai vertici del Cia (Comitato italiano arbitri di basket), in grado di condizionare i tornei. Tra gli indagati Giovanni Garibotti, all'epoca presidente del Cia, Giovanni Battista Montella, responsabile del settore Commissari speciali, Alessandro Campera, designatore dei commissari. Contro di loro è stato ipotizzato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva e all'abuso di ufficio. Erano loro a decidere i voti da dare ai "fischietti" prima della gara e a comunicarli ai Commissari speciali. I tre sono i personaggi principali dell'inchiesta, ma gli iscritti sul registro degli indagati sarebbero molti di più. Solo una cinquantina tra commissari e gli arbitrii che, a titolo diverso sono accusati di abuso d'ufficio, frode sportiva e truffa.Nell'inchiesta non sarebbero coinvolte squadre reggine, ma l'indagine ha praticamente fatto il giro del resto d'Italia. I presunti casi di agevolazione degli arbitri compiacenti, ritenuti fondamentali ai fini della loro progressione in carriera, si sarebbero registrati in Lazio, Calabria, Toscana, Sicilia, Umbria, Puglia, Campania, Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte.Nei giorni scorsi Giovanni Garibotti, Giovanni Battista Montella e Alessandro Campera sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari Kate Tassone, per rispondere alle domande del pm, e due degli indagati avrebbero scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

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