CAMPAGNA ANTI ULTRAS GENITORI..
02/11/2008
Aderiamo volentieri , in questa fase di inizio di tanti campionati giovanili,alle innumerevoli iniziative volte alla capacità di educare alla cultura sportiva .Molti genitori ,si sa,non riescono ad accettare che i loro figli si divertano , si confrontino lealmente e magari perdano una partita.Il comportamente scorretto dei genitori in tribuna , lo dicono i sociologi e gli psicologi , può causare una crescita non consona ai valori veri dello sport,creando brutte abitudini che possono divenire l’anticamera di disagi di personalità pericolosi . Il mondo dello sport giovanile e quello degli ultras più esagitati che si trovano anche allo stadio o in alcuni palazzetti è assolutamente legato , sta a noi cominciare a spezzare questo legame.Pubblichiamo quindi una lettera tratta dal sito www.anspisport.it di un bambino che gioca a calcio , indirizzata a suo padre e idealmente rivolta a tutti i genitori e gli adulti presenti alle partite giovanili, trovando che nonostante si tratti di uno sport diverso ci siano molte analogie con quanto succede settimanalmente su molti rettangoli di gioco della palla a spicchi.
LETTERA DI UN BAMBINO AL PAPA’ ULTRA’ CHE LO VUOLE CAMPIONE
Michelangelo, 10 anni, ha indirizzato questa lettera bellissima a sua padre "Non solo e non proprio a mio padre" ha precisato "ma mi rivolgo idealmente a tutti i genitori, a tutti gli sportivi, a chi vuole bene al calcio che è un gioco".Lo sai, papà, che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia quando ti sei arrampicato sulla rete di recinzione urlando contro l’arbitro? Io non ti avevo mai visto così arrabbiato. Forse sarà anche vero che l’arbitro aveva sbagliato, ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu mi dicessi niente? Anche se abbiamo perso la partita per colpa dell’arbitro,come tu dici, mi sono divertito lo stesso.Ho ancora molte gare da giocare e sono sicuro che, se non griderai più, l’arbitro sbaglierà molto
meno.Papà, capisci, io voglio solo giocare. Ti prego,lasciamela questa gioia, non darmi suggerimenti che mi fanno solo innervosire: tira, passa, buttalo giù. Se buttassero giù me, quante parolacce diresti? un’altra cosa: quando il mister mi sostituisce o non mi fa giocare, non arrabbiarti, io mi diverto ugualmente, anche seduto in panchina. Siamo in tanti ed è giusto che giochino tutti. E poi, quante parolacce, urla ed imprecazioni si sentono in campo mentre si gioca: non solo da te,ma anche da altri genitori. Non si agisce così, a me hanno detto che le brutte parole non salgono in cielo perché non trovano posto, là stanno solo gli angeli.
E scusami, papà, non dire alla mamma, di ritorno dalla partita: "ha vinto ed indossa la maglia numero dieci". Dille che mi sono divertito tanto e basta. Non raccontare che ho fatto un gol bellissimo, non è vero. Ho messo il pallone dentro la porta perché un mio
compagno mi ha fatto un bel passaggio e tutti insieme abbiamo lottato per vincere. E poi che tormento dalla televisione ho capito
che quel numero è una leggenda: tutti i "grandi" l’hanno indossato: Sivori,Rivera, Platini; Maradona, Ronaldo, Baggio, DelPiero. Ma loro sono nati artisti con dei cervelli carichi di idee, con la fantasia come la pittura di Van Gogh o la musica di Beethoven. E qui mi
viene da ridere, papà, perché io non conosco la musica e sono pure stonato.E allora?
Ascoltami, papà, non venire nello spogliatoio al termine della partita per vedere se faccio bene ladoccia o se so vestirmi. Che importanza ha se metto la maglietta storta? Devo imparare da solo. Stai sicuro che diventerò grande e sarò bravo a scuola, anche se avrò la maglietta rovesciata. E lascia portare a me il borsone. Guarda, c’è stampato il nome della squadra e mi fa piacere far vedere a tutti che gioco a pallone. E sai, non volevo dirtelo perché sono ancora piccolo, ma a scuola la fidanzatine sono in aumento. Non prendertela, papà, se ti ho detto queste cose. Lo sai che ti voglio bene, ma adesso è già tardi, devo correre all’allenamento.Se arrivo in ritardo il mister non mi farà giocare. Anche se ho capito che non sarò mai un campionissimo. A me piace allenarmi e giocare la partita. Sono sereno e felice quando corro nel campo, mi sento libero, libero come il vento e l’acqua che scorre!
iniziativa nazionale. il motivo principale per cui aderiscono alla rassegna "Gioca con il Sorriso" è la possibilità per i bambini di socializzare con quelli che saranno i lori "avversari" capendo quali sono i veri valori da tener sempre presenti,ossia, l’amicizia e la lealtà non solo nel gioco ma in qualsiasi momento della vita, perché l’avversario non è altro che un compagno con cui anche nella diversità è possibile stabilire relazioni significative di crescita personale e sociale.
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