domenica 22 novembre 2009

Recalcati lascia la Nazionale


Ufficiale: Recalcati lascia la Nazionale

Carlo Recalcati lascia la Nazionale maschile di basket.
La Federazione Italiana Pallacanestro ringrazia coach Carlo Recalcati per l'opera professionale di altissimo livello prestata a beneficio della pallacanestro italiana, evidenziando i grandi successi raggiunti dalla Nazionale "A" sotto la sua guida. Riconosce a coach Recalcati disponibilità professionale e umana dimostrate negli otto anni di collaborazione, nonché rare ed impeccabili doti morali, esempio di lealtà e correttezza sportiva.
Coach Carlo Recalcati, da parte sua, ringrazia la F.I.P. per l'onore di avergli permesso di guidare la Nazionale "A" per ben otto anni, periodo in cui ha tratto gratificazioni professionali ed umane indelebili.
FONTE: Ufficio Stampa Fip

di Gabriele Santoro

ROMA (21 Novembre) – Il rapporto ormai logoro da molto mesi tra la Federbasket e il coach Carlo Recalcati si è ufficialmente chiuso. «La Federazione Italiana Pallacanestro - si legge nella nota - ringrazia coach Carlo Recalcati per l'opera professionale di altissimo livello prestata a beneficio della pallacanestro italiana, evidenziando i grandi successi raggiunti dalla Nazionale "A" sotto la sua guida».



L’era Recalcati sulla panchina azzurra, lunga quasi una decade, è stata tanto ricca di soddisfazioni nella prima metà del mandato, quanto piena di sconfitte e indecisioni negli ultimi quattro anni. La mancata qualificazione, prima volta nella storia dell’Italia, all’ultima rassegna continentale è stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno. Il picco più alto della gestione Recalcati si è raggiunto nella splendida e indelebile semifinale alle olimpiadi ateniesi del 2004, quando le triple ignoranti di Gianluca Basile e uno di spirito di squadra ormai smarrito affondarono la talentuosa Lituania e consegnarono un argento olimpico oltre ogni aspettativa.

L’addio all’azzurro di molti giocatori di quella rappresentanza, da Pozzecco a Basile, ha coinciso con l’inizio di una parabola discendente che ancora non si è chiusa. Quella è stata l’ultima magia del coach lombardo, che ha conquistato anche un bronzo agli Europei svedesi del 2003, ma anche il preludio al vuoto generazionale in cui ancora l’Italia annaspa. Certo la responsabilità dell’attuale deserto di idee e risultati non può ricadere tutta sulle spalle di un allenatore, che insieme a Valerio Bianchini è l’unico a essere riuscito a vincere tre scudetti in tre città diverse (Varese, Bologna e Siena).

Rapporto giocatori Nba. La mancanza maggiore di Recalcati è stata quella di non essere riuscito a costruire un rapporto con i talenti italiani nella Nba, a partire da Andrea Bargnani, e trovare l’integrazione con il resto del gruppo. Dopo la mancata qualificazione all’Europeo in Polonia le parole del lungo romano dei Raptors ai microfoni di Skysport 24 furono lo specchio di un feeling mai sbocciato: «Dentro il campo le partite le hanno viste tutti e chi si intende di pallacanestro ha visto che ci sono dei problemi gravi. Quando una squadra non ha una linea da seguire è molto facile che svacchi». Tra i rimpianti dell’ex ct c’è certamente quello di non aver potuto disporre del miglior azzurro sulla piazza, Danilo Gallinari.

Prospettive future. I nomi principali che circolano per la successione sulla panchina azzurra sono quelli di Simone Pianigiani, uno dei principali artefici del capolavoro Siena, e l’ex tecnico della Lottomatica Roma Jasmin Repesa, che ha appena chiuso l’esperienza sulla panchina della Croazia. Per il primo occorrerà vedere gli sviluppi del rapporto con il club toscano, anche se Ferdinando Minucci già quando Recalcati era coach di Siena concesse il part-time per allenare la nazionale. Per quanto riguarda Repesa si tratta di un’ipotesi suggestiva, che si fonda sull’italianità del tecnico croato (sei anni passati nel Belpaese tra Bologna e Roma) e la sua capacità di lavorare con i giovani (fu il primo a lanciare Belinelli). Il nodo non dovrebbe essere sciolto a breve, come invece avrebbe bisogno il movimento cestistico, e al prescelto attende una mole di lavoro non indifferente.


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